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Trento, 19 novembre 2013
ALTA VELOCITÀ: LA NUOVA «MANGIATOIA»
di Giorgio Viganò
dal Trentino di martedì 19 novembre 2013

Non ci resta che piangere, per questo nostro Paese incapace di risollevarsi dalle sabbie mobili nelle quali si trova sprofondato da troppi anni, soprattutto a causa di quella cultura e quella pratica della corruzione così profondamente radicata a ogni livello.

Corruzione contro la quale, nell’arco di pochi giorni, Papa Francesco, nelle eucaristie celebrate a Santa Marta, ha tuonato due volte con la sua ormai consueta schiettezza: parole durissime contro i “devoti della dea tangente” che danno da mangiare ai propri figli “pane sporco”, contro i corrotti la cui vita è “una putredine verniciata”.

Un amico di Besenello in campagna elettorale mi ha regalato “Il libro nero dell’alta velocità. Ovvero il futuro di tangentopoli diventato storia” di Ivan Cicconi, ingegnere tra i maggiori esperti di infrastrutture e appalti pubblici e capace come pochi di analizzare i sistemi di corruzione e i meccanismi di penetrazione delle organizzazioni mafiose nel ciclo del contratto pubblico.

Il libro è del 2011 e riprende e completa precedenti lavori, in particolare “La storia del futuro di tangentopoli” del 1998.

Cicconi prende il via dalla “madre di tutte le bugie” che dovrebbe mettere in allarme anche la nostra comunità provinciale e regionale, viste le grandi opere in cantiere, in particolare il progetto alta velocità/capacità del corridoio del Brennero e il Nuovo Ospedale Trentino (NOT).

“La madre di tutte le bugie” era stata presentata pubblicamente il 7 agosto 1991, con una cerimonia che aveva visto la presenza del gotha dell’imprenditoria pubblica e privata del nostro Paese. Raccontava che per la prima volta un’infrastruttura ferroviaria sarebbe stata realizzata con il 60% dei costi coperti dal finanziamento privato. Il costo complessivo era quantificato nell’equivalente di 14 miliardi di euro, mentre la sua completa realizzazione era prevista al massimo entro il 1999.

Costerà in realtà almeno 90 miliardi di euro e andrà bene se sarà completamente realizzata entro il 2020”. Stiamo parlando del progetto Alta velocità Torino-Napoli, da realizzarsi con la miracolosa formula della finanza di progetto (project financing), che in effetti è riuscita a realizzare l’impossibile: non presto e a costi minori; non presto e male; nemmeno cattiva qualità e costi minori; ma il miracolo di cattiva qualità, costi elevati e tempi infiniti! Il risultato straordinario è che in Italia il costo medio al chilometro del progetto AV supera di cinque volte quello di Francia e Spagna.

Il risultato straordinario è che lo Stato ha speso 50 miliardi di euro per far risparmiare un’ora di viaggio tra Milano e Roma a circa il 5% degli utenti del servizio ferroviario, mentre per il 95% dei passeggeri che utilizzano tutti gli altri servizi qualità e orari sono peggiorati in modo evidente. Di fatto siamo di fronte a una colossale truffa ai danni dello Stato e, più ancora, dei suoi cittadini, consumata con la complicità di molti governi che si sono succeduti negli ultimi decenni, un Parlamento addormentato, l’insaziabile appetito delle grandi aziende italiane che hanno giocato la parte dei contraenti generali (general contractors)”.

Per Cicconi l’Alta velocità è la nuova Tangentopoli, il nuovo sistema più potente e razionale di quello sfacciato su cui si è abbattuta la scure di Mani Pulite, che però ha colpito solo il “Rito Ambrosiano” delle tangenti (collusione partiti e imprese), mentre nulla è stato fatto contro il “Rito Emiliano” (collusione partiti e mondo delle cooperative e aziende municipali) e contro il “Rito Mafioso” (mani della criminalità organizzata sulla sub-contrattazione).

L’architettura contrattuale dell’Alta velocità “è diventata un modello legalizzato e dunque replicato e diffuso, per la realizzazione di altre grandi e piccole opere o per la gestione di grandi e piccoli servizi pubblici, con altre grandi e piccole TAV SpA” (pag.21).

Chi ci assicura che la nostra piccola Regione sia al riparo da questi rischi? Innanzitutto c’è da chiedersi che senso abbia un’opera più che faraonica come il progetto alta velocità/capacità del corridoio del Brennero, con una previsione di 191 Km. in galleria, in un’epoca in cui la grave crisi strutturale economico-finanziaria e la concomitante crisi ecologica dovrebbero suggerirci ben altre priorità. Su chi ricadrebbero gli enormi costi preventivati, suscettibili di variazioni al rialzo? Sulle future generazioni come sempre? Siamo certi che il project financing sia la strada giusta per il Nuovo Ospedale del Trentino, ammesso che anche questo progetto sia davvero necessario?

Pongo domande e mi auguro che altri più competenti di me trovino il tempo di leggere “Il libro nero dell’alta velocità” per arricchire il dibattito. Mi auguro anche che qualche consigliere provinciale si faccia promotore di una conferenza di informazione sull’Alta Velocità e sulla Finanza di Progetto invitando direttamente l’ingegnere Ivan Cicconi ad un confronto con le istituzioni della Provincia.

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